Mutui, proroga per il piano famiglie.
Prorogato al 31 luglio 2012 il termine di presentazione delle domande per la sospensione delle rate dei mutui, misura prevista dal «Piano famiglie». L'importante è che gli eventi in base ai quali può essere chiesta la sospensione si verifichino entro il 30 giugno 2012. L'Associazione bancaria italiana (Abi) e i consumatori hanno trovato l'accordo per prolungare ancora una volta (la terza, dopo le due proroghe di 6 mesi ciascuna accordate nel gennaio e nel luglio 2011) l'agevolazione diretta in primo luogo a quanti sono in difficoltà soprattutto per aver perso il posto di lavoro.
Fino a qualche mese fa l'ipotesi di una nuova moratoria sembrava da escludere. Ma le perduranti difficoltà affrontate dalle famiglie italiane nel pagare le rate - aggravate stavolta non tanto dal livello degli interessi (che anzi, per i finanziamenti variabili sono ai minimi), quanto dalla difficile congiuntura economica e dalla recessione ormai alle porte - hanno evidentemente mutato lo scenario.
Al «Piano Famiglie», operativo dal febbraio 2010, hanno aderito oltre 52mila mutuatari, la maggior parte per essersi trovata in difficoltà a causa della perdita del lavoro, che hanno ottenuto la sospensione delle rate (totale o della sola quota interessi) per un periodo di 12 mesi. Alcuni di questi farebbero ancora fatica a riprendere i regolari pagamenti, sostengono le associazioni dei consumatori, che lamentano anche comportamenti non sempre trasparenti da parte degli stessi istituti nei confronti di quanti devono poi versare gli interessi che sono maturati durante il periodo di stop (si segnalano prestiti al consumo accesi per onorare le rate maggiorate).
A pesare potenzialmente sulle famiglie in difficoltà contribuisce poi anche la riduzione da 180 a 90 giorni – a partire dal 1 gennaio e a causa dell'entrata in vigore delle norme di Basilea 3 – del periodo al termine del quale un credito non riscosso viene iscritto a sofferenza: tema anche questo all'ordine del giorno al tavolo di discussione. Nei mesi scorsi era balenata l'idea di far convergere il «Piano famiglie» nell'altra misura di agevolazione esistente, il Fondo di solidarietà per i mutui prima casa gestito da Consap per conto del Ministero dell'Economia e delle Finanze (che ha permesso la sospensione delle rate a circa 5mila mutuatari), ma l'ipotesi pare adesso tramontata.
Fonte: Il Sole 24Ore
Fino a qualche mese fa l'ipotesi di una nuova moratoria sembrava da escludere. Ma le perduranti difficoltà affrontate dalle famiglie italiane nel pagare le rate - aggravate stavolta non tanto dal livello degli interessi (che anzi, per i finanziamenti variabili sono ai minimi), quanto dalla difficile congiuntura economica e dalla recessione ormai alle porte - hanno evidentemente mutato lo scenario.
Al «Piano Famiglie», operativo dal febbraio 2010, hanno aderito oltre 52mila mutuatari, la maggior parte per essersi trovata in difficoltà a causa della perdita del lavoro, che hanno ottenuto la sospensione delle rate (totale o della sola quota interessi) per un periodo di 12 mesi. Alcuni di questi farebbero ancora fatica a riprendere i regolari pagamenti, sostengono le associazioni dei consumatori, che lamentano anche comportamenti non sempre trasparenti da parte degli stessi istituti nei confronti di quanti devono poi versare gli interessi che sono maturati durante il periodo di stop (si segnalano prestiti al consumo accesi per onorare le rate maggiorate).
A pesare potenzialmente sulle famiglie in difficoltà contribuisce poi anche la riduzione da 180 a 90 giorni – a partire dal 1 gennaio e a causa dell'entrata in vigore delle norme di Basilea 3 – del periodo al termine del quale un credito non riscosso viene iscritto a sofferenza: tema anche questo all'ordine del giorno al tavolo di discussione. Nei mesi scorsi era balenata l'idea di far convergere il «Piano famiglie» nell'altra misura di agevolazione esistente, il Fondo di solidarietà per i mutui prima casa gestito da Consap per conto del Ministero dell'Economia e delle Finanze (che ha permesso la sospensione delle rate a circa 5mila mutuatari), ma l'ipotesi pare adesso tramontata.
Fonte: Il Sole 24Ore